Poter illuminare l’inconscio

La psicoterapia è stata a lungo considerata una terapia della parola, un luogo in cui, attraverso il dialogo, possiamo esprimere la sofferenza e integrandola, stare meglio.

Spesso in terapia i protagonisti diventano i traumi del passato, da elaborare e comprendere per poter finalmente essere liberi dall’influenza che nascostamente esercitano.

Ma è necessario affiancare un altro modo di fare psicoterapia, perché in molti casi le parole non bastano.

Le parole non sono sufficienti per esprimere ciò che si prova, quando l’esperienza è talmente forte e soverchiante da lasciare attoniti. A volte, anche lo fossero, non sarebbero reperibili per elaborare certe particolari memorie legate alle prime esperienze di vita.

Per questo oggi desidero parlarti dell’inconscio, ma di un inconscio particolare, quello che non può andare incontro a rimozione, ovvero indelebile ma silenziosamente potente.

Dialogo con l’inconscio alla luce della Luna.


Dentro di noi, in modo straordinariamente sottile, si muovono processi trasformativi ma soprattutto difensivi. Tutto ciò che desideriamo, prima di tutto, è esattamente proteggerci, ma non ne siamo consapevoli.

Inconsciamente siamo noi i creatori dei nostri blocchi e delle nostre credenze limitanti, che spesso hanno a che fare proprio con Lui, con l’Inconscio.

Immagina di avere una lanterna che emana una luce curativa e di poterla portare con te in un tragitto buio per le strade del tuo inconscio: portare la luce curativa della consapevolezza e della trasformazione ai blocchi inconsci è un modo per trascendere i limiti che crea la tua mente.

Ma come si fa?

Si dovrebbe partire dall’illuminare l’infanzia, dove i primi condizionamenti si sono creati e radicati. La maggior parte delle cose che ci impediscono di manifestare la vita che vogliamo sono immagazzinate nel nostro inconscio e non sono arrivate oggi.

Quando volgi le spalle al sole non vedi che la tua ombra.

Abbiamo tutti delle ombre dentro...

Potremmo spiegare l’ intrinseca relazione tra conscio e inconscio guardando alla ciclicità della Luna che, forse non lo saprai, influenza la nostra vita più di quanto crediamo. Le lune piene, ad esempio, rappresentano un periodo molto potente per l’introspezione. L’energia del Sole, simbolo della coscienza, illumina completamente la Luna, simbolo della mente inconscia, svelando così le nostre ombre e dandoci modo di comprenderle e accoglierle.

Integrare le proprie ombre significa saper vivere le proprie eclissi, attraversarle, farne tragitto per l’accoglienza della luce che arriverà dopo.

Anche Jung era affascinato dagli influssi celesti e dall’alchimia. Disse che il sole e la luna corrispondono a due modalità opposte del pensiero e che un poeta poteva sentirsi capito solo dalla luna. Il Sole è l’Io maschile, attivo alla conquista del mondo esterno, mentre la Luna è l‘io femminile, pronta ad accogliere tutto ciò che nasce all’interno dell’essere. La Luna è l’inconscio.

L’inconscio rimosso come la terra delle ombre.

Quello che in psicologia è chiamato inconscio rimosso è una terra di ombre sulla quale sono state fatte molte teorie. Per continuare la metafora che siamo perseguendo insieme, puoi associarlo ad un pianeta da scoprire.

Immagina di stare seduto accanto al tuo inconscio e di potergli parlare: sai cosa ti direbbe?

“Questa esperienza è troppo forte per te, farò in modo che non venga integrata nella tua consapevolezza. Non posso cancellarla ma la chiuderò a chiave in uno spazio remoto della tua psiche.”

Ciò significa che verranno cancellati quei ricordi?

No. Rimarranno in una sorta di scatola ben custodita della mente. È come se quelle esperienze venissero custodite in uno spazio della psiche non accessibile in modo diretto, perché è stato rimosso, magari non integralmente ma almeno in parte.

“Perché hai reagito così?”: potresti chiedere al tuo inconscio.

“Ciò che fa parte di quell’esperienza era troppo intenso, pericoloso per te, a rischio c’era la tua vita stessa. Così l’ho incapsulato come in un involucro di resistenza e depositato in modo nascosto. Non ho il potere di farlo scomparire, ma questo è il massimo che era in mio potere fare”.

 

I traumi nella scatola

Immagina di avere alle spalle un’immagine che non ti sei mai voltato a guardare. Nell’elaborazione di un trauma ti ritrovi vis à vis con quell’immagine nascosta, che è la memoria di ciò che ci ti fatto male.

I traumi sono memorie racchiuse in quella scatola, cui potrai avere accesso indiretto attraverso dettagli olfattivi, visivi, legati alla percezione sensoriale, e che possono riportarti a quella memoria nascosta. L’incontro con queste memorie non sarà mai facile, ma lasciare la scatola chiusa non è la soluzione.

Comunicare con l’inconscio: si può?

Si può attraverso la meditazione e l’ipnosi. Con la  – mai scontata – psicoterapia.

Inconscio e memoria sono imprescindibili.

Voglio parlarti, per questo motivo, della memoria implicita, direttamente connessa all’inconscio implicito.

Cos’è la memoria implicita?

Sono innumerevoli le esperienze avvenute prima che lo sviluppo delle strutture cerebrali deputate alla memoria a lungo termine, ossia le aree ippocampali, fossero complete.

 

Ti sei mai chiesto come mai non riesci a ricordare eventi della tua infanzia avvenuti prima dei due anni di vita…?In verità li ricordi eccome
Solo che non hai parole per esprimerli.

Sono innumerevoli le esperienze avvenute prima che lo sviluppo delle strutture cerebrali deputate alla memoria a lungo termine, ossia le aree ippocampali, fossero complete.

Tutto ciò che è avvenuto prima dei due anni è stato registrato in un’area più profonda del cervello, deputata alla memoria implicita.

La chiameremo anche memoria non dichiarativa, poiché non siamo in grado di esprimerla verbalmente. D’altronde non è un caso che proceda in parallelo allo sviluppo del linguaggio.

Non puoi parlarne, non hai parole per ricordarla, ma quella memoria influenzerà per sempre la tua vita, perchè è inscritta nel tuo stesso corpo.

Nelle sensazioni, nella postura, nelle tensioni che definiscono il tuo modo di stare al mondo e nelle esperienze. Nei tuoi stili di relazione e negli atteggiamenti con cui spontaneamente ti muovi nella vita. Nei sintomi , spesso inspiegabili, che hanno voce attraverso il canale corporeo e che vengono talvolta liquidati come “psicosomatici”.

In quell’area del nostro cervello, dove si depositano le memorie implicite, la rimozione non ha potere. In ogni momento della vita possiamo vivere esperienze fortemente traumatiche o stressanti, che – come viene descritto  dalla neuroscienze

– producono perdita di neuroni ippocampali alterando circuiti della memoria esplicita.

Queste esperienze non vanno perdute: sono archiviate nella memoria implicita, che crea un inconscio non rimosso.

Per trattare certi tipi di vissuti, che non trovano espressione attraverso il linguaggio, è necessario affiancare alla classica terapia verbale una psicoterapia somato- psichica, di tipo bottom-up, ossia che parte dal corpo per arrivare all’elaborazione verbale.

I protagonisti diventano i segnali corporei, i sintomi psicosomatici, gli atteggiamenti posturali, le tonalità espressive.

Questo tipo di psicoterapia è supportata dallo yoga, dalla respirazione, dalla mindfulness, dall’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing – o desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), dalle tecniche di rilassamento e da tutto un corollario di pratiche che sono state messe a punto negli ultimi anni dalla ricerca scientifica sul campo.

Lavorare sui traumi, integrare le parti di noi che sono rimaste ferite e nascoste, non solo attraverso l’espressione verbale ma per mezzo di terapie ad espressione corporea è la via di accesso ad una piena realizzazione di sé in tutte le aree della propria vita.

Ma ci sono anche quelle esperienze che non hanno potuto trovare espressione perché non hanno mai suscitato quella necessaria risposta convalidante da parte dell’ambiente. Desidero spiegartelo attraverso quelle che sono state le parole di Stolorow e Atwood. Immagina un edificio composto da numerosi piani e da uno scantinato. La coscienza corrisponde alle parti dell’edificio che si trovano sopra il livello del suolo, mentre i piani più alti sono le aree della consapevolezza nelle quali l’individuo ha raggiunto livelli più elevati, compiuti, di sviluppo e di integrazione. L’inconscio dinamico corrisponde allo scantinato, che è ricavato nel sottosuolo e resta celato alla vista. Qui si trovano i contenuti che, essendo associati a conflitti intollerabili pericolosi per il soggetto, sono esclusi dalla coscienza.

Ma all’interno dell’edificio ci sono  materiali che sono rimasti sparsi qua e là, sotto forma di mattoni, materiali da costruzione, cose inutilizzate che avrebbero potuto far parte della costruzione ma sono rimaste lì: questo insieme di elementi è l’inconscio non convalidato.

Questi vari oggetti rappresentano esperienze che non sono state articolate e integrate nella struttura della coscienza e che pertanto, fino a quando non riceveranno una convalida, resteranno inconsce. Sebbene non utilizzate, esse modellano e influenzano lo stato della mente dell’individuo.

Perché il nostro Io non li vede? L’Io non vede i contenuti dell’inconscio non perché siano attivamente rimossi, ma perché l’io, dissociato da se stesso, è ancora tutt’uno con essi. Solo differenziandosi e al contempo reintegrandosi li può distanziare da sé, illuminarli con la luce di cui ti parlavo, metterli a fuoco e dare loro un significato.

Essere consapevoli di come siamo fatti realmente tra gli strati delle nostre narrazioni nascoste è il primo passo per desiderare di incontrare la nostra Coscienza Superiore.

Una volta entrati lì, comincia la manifestazione, non più così difficile, della vita che realmente desideri.

E se tu potessi avere quella vita adesso?

Puoi, se lo desideri deliberatamente. Inconsciamente siamo dediti all’auto- sabotaggio, al giudizio e ad altri pattern che ci impediscono di vivere la vita che vogliamo.

Non è una colpa. Ti ho parlato di tutto questo solo perché tu possa desiderare di iniziare ad esplorare il tuo inconscio. Se stai leggendo queste mie righe, è un indizio di sincronicità.

Sei al mondo per evolvere la tua coscienza portando il tuo seme divino nel tuo essere umano, e dare vita alla versione di te più grandiosa.

Rendere cosciente l’inconscio illumina la verità di chi sei in modo da rivelarti come la tua presenza nel mondo porti chiarezza, stabilità e amore in mezzo al Caos.

E’ per questo che siamo qui, per rivelarci.
Buon viaggio

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