Alchimizzare il passato

La luna nera non splende nel cielo. In questa notte il suo volto dalle chiazze misteriose sarà oscurato. Sarà come una cornice nella quale sono contenute le nostre ombre e le nostre emozioni. Tutte quelle immagini di noi che teniamo chiuse per timore di guardarle alla luce della coscienza.

Siamo tutti ricchi, ma non lo sappiamo. Ci trasciniamo talvolta per le strade del nostro passato, aggrappati a quei ricordi che tanto odiamo ma da cui siamo al contempo dipendenti, come se identificassimo il nostro destino con ciò che siamo stati e non con chi possiamo essere proprio a partire da quelle ferite. “Ognuno è destinato a portare la propria croce”: dicono i cattolici. Ma non è così.

Dovremo accogliere una nuova prospettiva di lettura delle storie che ci appartengono e che, sai, non sono solo nostre. Sono punti preziosi di connessioni col mondo e con l’altro. Con l’Universo intero.

Per accogliere una Felice Luna Nuova.

Qual è il senso dei vissuti dolorosi e delle ferite emotive?

Una ragione sta nel poter cogliere i chiaroscuri della vita per elevarci e saper leggere nell’animo dell’altro. Dipingere i tratti della vita e delle relazioni con il pennello dorato dell’empatia.

Se non avessimo mai sofferto non sapremmo prenderci cura né di noi, né dell’altro.

È l’esatto contrario di ciò che crediamo. Dalle ferite emotive può partire un processo di alchimia che porta le maschere che abbiamo indossato e le versioni di noi che abbiamo incarnato e che sono lì, ferme in quella porzione di dolore, a onorare quei vissuti, così da rintracciarne la vera identità della nostra essenza, connettendoci col nostro Io interiore.

Le emozioni sono come luci lampeggianti che pongono l’attenzione su ciò che fa più male o che per noi è più importante – a seconda dei punti di vista e delle sfumature che le caratterizzano. Non sono statiche. Ci scuotono come barattoli pieni di ricordi e aspettative.

Per giudicare un uomo bisogna almeno conoscere il segreto del suo pensiero, delle sue sventure, delle sue emozioni..

Vediamo talvolta il passato come un cumulo di ostacoli da aggirare e non come un libro le cui pagine non vanno strappate, ma conservate con cura, perché preziose. Non importa se raccontano di qualcosa che ha a che fare con la morte, l’abbandono, l’abuso, la mancanza, il rifiuto, l’inettitudine, qualunque profilo del dolore, della rabbia, della frustrazione, della sete di giustizia – che onestamente talvolta dovremmo definire vendetta – perché prendersi cura delle nostre emozioni e dei nostri vissuti è un modo per poter prendere in mano il timone della nostra vita, senza lasciare che le maschere della negatività e del passato continuino a governarci.

Possiamo essere sovrani di una vita meravigliosa pur avendo sofferto moltissimo, così tanto da esserci frantumati in cocci spigolosi, di quelli che ogni volta che tenti di raccoglierli ti fanno sanguinare le dita.

Possiamo smussare gli angoli, armarci di una colla fatta di fiducia, resilienza, amore, desideri. Di pura alchimia.

 

Dal piombo in oro. Ma come?

Dal dolore alla libertà di essere felici. Perché sì, la vera gioia non sta nella conquista della felicità, ma nella consapevolezza di poter accogliere l’emozione in cui si ci trova invece di contrastarla per sconfiggerla. La mindfulness, nell’ambito di un percorso di psicoterapia, è per me una preziosa risorsa per leggere insieme le pagine del tuo libro e onorarlo come un capolavoro. Come quando si guarda un film e, nonostante possano attraversare lo schermo scene negative, noi ne sapremo cogliere il senso in collegamento proprio al “lieto fine”.


E, sai, il lieto fine non è, nel caso della tua vita, nel futuro, ma è esattamente nel presente.

Ciò che desidero ancora dirti, in questo momento in cui la luna si nasconde alla nostra vista, è quanto sia importante l’introspezione. Da soli. Nella solitudine completa di ciò che siamo quando sappiamo ascoltare noi stessi.

Scrivere, tenere un diario emotivo, fare journaling: crea lo spazio per ascoltarti e per parlare a te stess* e con te stess*, ma non solo con chi sei ora, nel presente. Parla con ogni versione di te, con ogni (inconsapevole) maschera che hai indossato per ottenere, magari, quel po’ di amore e accettazione dall’altro o per silenziare la notifica di quel bisogno.

Visualizzare e ascoltare i nostri stati emotivi ci aiuta a poter scegliere quale nome vogliamo dare loro, e non quello che ci è stato imposto, per convenzione, dal dolore.

Abbiamo un codice segreto, innato, potentissimo, per decodificare ciò che accade dentro di noi.

 

Sai quanta ricchezza detiene la vita di ognuno di noi?

I vissuti e le emozioni sono qualcosa di prezioso e possono essere chiavi per aprire le strade a nuove possibilità, le stesse che credevamo impossibili per noi. Quando metti a tacere un sentimento, è come se li sopprimessi tutti, anche quelli potenzialmente positivi.

Le emozioni sono energia in movimento. Tecnicamente tutto è energia.

Sono segnali biologici che si originano nel cervello e si manifestano come sensazioni fisiche in tutto il corpo. Identificare e dare loro un nome, custodirlo tra la pagine della tua storia ti risolleva e ti restituisce l’immagine di te da protagonista e non da vittima.

È il primo e più importante passo verso la tua consapevolezza emotiva.

Solo dopo averle attraversate possiamo prendere distacco da un ricordo e da un’emozione. È una delle chiavi dell’EMDR, terapia che utilizzo per accompagnare le persone nella loro rinascita.

Con l’EMDR torni direttamente sulle scene della genesi delle tue ferite, ma riesci col tempo a tenere il ricordo e lasciare invece lì il dolore, incastonato in quella porzione di tempo, riuscendo in qualche modo ad abbandonarlo.

Bisogna prendere consapevolezza di non essere soli, ma di essere parte di un disegno dove ciascuno di noi può essere affiancato da una guida per trovare la strada. Quando scegliamo di attraversare il passato insieme a una guida, riusciamo a trovare ulteriori risorse interiori per alchimizzarlo e lasciare che lo stesso faccia spazio alle tue nuove opportunità per scegliere di essere felice.

I sentimenti negativi non sono fini a sé stessi. Nessuno desidera punirti, dunque non farlo nemmeno tu.

Hai mai sentito parlare di sinestesia? È un incrocio di fili neurosensoriali in cui i sensi sembrano fondersi insieme e manifestarsi sotto forma di colori, immagini. Ci sono persone che vivono le emozioni così.

Vedili come il frutto di un disegno esperienziale che la tua anima ha ricevuto in affidamento perché consapevole di poterla elevare a risorsa per entrare nella vera natura dell’uomo e comprendere la propria vita così quella degli altri, ognuno con la sua storia.

La vulnerabilità è il luogo in cui nascono l'amore, il senso di appartenenza, la gioia, il coraggio, l'empatia, la responsabilità l'autenticità

Il mio amore per gli animali nasce proprio anche dalle mie ferite.  Senti di condividerlo con me?

Senza saperlo quante volte alchimizziamo il passato in dolcezza e accudimento. Ma renderlo consapevole è un’altra faccenda. Restituisce il potere proprio lì dove talvolta l’esperienza ce ne ha resi privi.

Sembra banale ma è quella cosa semplice e complessa che se tutti riuscissimo a compierla non staremmo lì a sentire il peso dell’esistenza.

Meriti di tornare ad essere una creatura leggera. Ritagliati un pò di tempo per te, al riparo dalle distrazioni, e se vuoi sperimenta questa pratica di mindfulness mirata proprio all’osservare il passato con occhi nuovi

All'alchimia della tua storia

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